Qualche giorno fa, in giro per Milano a cercare motivi per (non) spendere soldi, sono capitato in uno di quei negozi di abbigliamento dove una parte dell’esposizione è dedicata ai capi per bambini. Tra parentesi, sbaglio o sono sempre di più i rivenditori a offrire moda per fanciulli e neonati? Sarà mica per quel che senti dire in giro, ‘di questi tempi spendo solo per i miei figli, io mi nego tutto’? Evidentemente moltiplicare i vestiti in taglie xxxxxxxs ha davvero un efficacia nel grande impegno dello spillare euro.
Comunque. Un dettaglio ha catturato la mia ormai annoiata attenzione, tra tutta quella roba buttata qua e là. Proprio nell’angolino riservato ai piccoli, in uno scaffaletto c’erano queste due bambole. Ora, sicuramente avranno pensato che potessero essere una meravigliosa attrattiva per i pargoletti che di solito, durante lo shopping, si stufano, incacchiano e strillano più che mai. Ma… porco cane, hanno messo i giocattoli più inquietanti del mondo, nell’angolo più sporco del negozio! A fissare con occhio crudele i malcapitati dal loro trono, peggio di un film horror di serie C2!
Penso sia significativo, perché ho sempre creduto che ci sia una disattenzione di fondo verso i bambini, un disinteresse più o meno generale che li relega spesso a pseudo-animali da compagnia (ma che rompono più le scatole). Come nei ristoranti, il caso peggiore sono i pranzi di matrimonio, dove se sei un bambino sei costretto a un insopportabile aut-aut: o anche tu il menù a 150 portate, o una tristissima pastina in bianco. Che poi c’è questo mito del cavolo, diciamocelo, della pasta in bianco; io credo che, se gli si desse una pizza o anche un semplicissimo panino col prosciutto cotto, sarebbero tutti molto più contenti.
Shining.
Ciao.
Franco.